Internet, domini internet, siti, spazi, provider. Oggi siamo bombardati da miliardi di informazioni che ci vengono date a volte male a volte in modo incompleto. Parlare di internet è sempre una bella sfida. Risulta essere sempre un qualcosa di importante. Parlare di internet nel modo giusto è sempre difficile. Si rischia di cadere nel monotono e nel polemico. Parlare di internet a livello tecnico è ancora più difficile.
Il computer non è altro che una macchina progettata e costruita per svolgere determinate classi di funzioni in maniera veloce e corretta. Gli elaboratori (anche quelli moderni), non sono della macchine specializzate per svolgere solamente determinati compiti ma, grazie alla loro versatilità, possono essere utilizzati nei campi e nei modi più svariati. Per poter svolgere in modo autonomo tutte le sue funzioni, un computer deve essere programmato. E’ attraverso il programma (sistema operativo) installato e grazie alle nostre istruzioni che l’elaboratore riesce a compiere un determinato lavoro (con velocità e precisione). Se noi andiamo ad analizzare la componente di un computer, vedremo che esso funziona grazie a due componenti fondamentali: l’hardware e il software. Il primo è la parte fisica del sistema (quella che si può materialmente toccare), ossia l’insieme dei dispositivi meccanici, magnetici, elettronici che lo compongono, mentre il software è l’insieme dei programmi che ne consentono l’utilizzo. Gli elementi hardware di base di un Personal Computer sono essenzialmente tre, ed è importante conoscerli e capirne la loro utilità ed il loro funzionamento. Nello specifico, quando parliamo di hardware (hardware essenziale per la vita di un computer), facciamo riferimento alla “memoria centrale” (è il supporto in grado di registrare le singole istruzioni di un programma e i dati su cui operare); l’ “unità centrale di elaborazione” (è l’insieme dei circuiti elettronici che si occupano, tra le altre, dello smistamento delle operazioni tra la memoria centrale e le varie unità periferiche, essi si occupano anche della supervisione dell’elaboratore); “unità periferiche di input e output o CPU” ( sono le unità in grado di svolgere le funzioni di comunicazione tra ambiente e PC e viceversa). Andando ad analizzare l’hardware di un computer, tra i suoi componenti principali troviamo:
– La scheda madre o motherboard (con il processore e la memoria): è la piastra, di solito di colore verde, sulla quale si trovano tutti i circuiti integrati, alcune prese (dette slot di espansione), la memoria e il microprocessore;
– Il disco fisso (in inglese hard disk)
– L’unità di lettura e scrittura dei dati (floppy- disk, lettore/masterizzatore dvd/cd; lettore di schede di memoria)
– L’alimentatore
– Eventuali schede aggiuntive
– Alcuni cavi di collegamento
Come detto, i componenti di un computer si dividono in due grandi gruppi, il software e l’hardware. Il primo è (la traduzione dall’inglese e praticamente impossibile) “la materia morbida” dell’elaboratore ossia quel programma che fornisce istruzioni e indicazioni alla “materia dura”. Come ben capirete, hardware e software sono strettamente dipendenti l’uno dall’altro in quanto l’uno è assolutamente inutile senza l’altro. Per farvi un esempio reale, al giorno d’oggi si hanno computer con processori molto potenti (pensate ad esempio all’ultimo prodotto di casa Pentium, l’I7) e veloci ma che, spesso, non riescono ad essere sfruttati perché si continuano ad avere programmi di qualità spesso insufficiente per poter sfruttare le potenzialità dei processori. L’utilizzo dei computer nella società moderna è molto diffuso e questo perché è utilizzato per svolgere diversi compiti e funzioni. In funzione al differente ruolo che devono svolgere, essi sono stati progettati e realizzati con differenti caratteristiche (capacità, velocità, disponibilità di funzioni) per poter essere sfruttati al meglio.
Internet così come lo conosciamo tutti noi, è nato nel 1991 nel centro di ricerche di Ginevra, il CERN. Fu qui che il ricercatore Tim Berner definì il primo sistema, chiamato HTML, che permetteva una lettura di documenti in modo ipertestuale. Con il sistema definito da Tim Berner si poteva accedere alla lettura e consultazione di documenti semplicemente passando da un punto all’altro dello stesso attraverso dei link (rimandi testuali). Questo, anche se molto lontano da quello che conosciamo oggi, può essere definito il primo esempio di internet. Ma l’internet che tutti noi oggi conosciamo nacque solamente nel 1993 con l’invenzione del primo browser, il Mosaic. Questo browser aveva tutte le caratteristiche dei browser che tutti noi usiamo attualmente. Grazie a questa invenzione, possiamo dire che il Word Wide Web, ossia internet, è nato. Per arrivare ad avere l’internet così come lo conosciamo oggi ci sono voluti moltissimi sforzi e moltissimi anni passando persino attraverso il problema del cosiddetto “Millenium Bug” dell’anno duemila.
Il mondo di internet contemporaneo funziona grazie ad un sistema di librerie (dette anche pagine) organizzate e gestite in maniera ordinata e grazie alle quali si può accedere ad una serie infinita di informazioni e dati. Per accedere a queste pagine è sufficiente utilizzare dei programmi appositi, chiamati browser. Come vedremo più in seguito, le pagine si identificano nel mondo di internet grazie ad un nome di dominio. Il nome di dominio ha la funzione di definire in modo univoco il nome di un sito internet o di una pagina internet (permettendo anche una ricerca più semplice e veloce). Per la sua semplicità d’uso e per la sua grande capacità di contenere informazioni, internet è stato uno dei mezzi grazie al quale è avvenuta la globalizzazione (economica, culturale, letterale e storica) del mondo.
Ma se, detto a parole povere, internet sembra un mondo fatto di sole parole, documenti e contenuti, questo non è così nella realtà informatica. Per funzionare internet deve utilizzare una serie di linguaggi di programmazione, una serie di software e dell’hardware (che possa contenere tutti gli strumenti necessari, siano essi materiali o immateriali). Internet può essere visto come un’enorme rete di collegamento che unisce, attraverso diversi tipi di collegamento (che possono essere fibre ottiche, cavi coassiali, doppio telefonico o collegamenti satellitari, collegamenti radio o su onde elettriche), un enorme numero di terminali. Ogni dispositivo che si trova ad essere connesso in internet (sia in una rete locale che in una rete remota) viene definito per comodità “host” (dall’inglese ospite). La struttura che serve per collegare tutti gli elaboratori tra loro viene definita come un “link di comunicazione”.
La diffusione di internet è stata possibile grazie alla sua semplicità d’uso e alla disponibilità di apparecchiature (facilmente accessibili a tutto). Se un tempo internet veniva visto come qualcosa di ostile o di poco accessibile, oggi è visto come uno degli strumenti più potenti a cui la gente abbia accesso. Accedere in internet oggi è davvero facile. E’ possibile farlo da un qualsiasi dispositivo elettronico, che sia un computer, una televisione, un telefonino o un palmare. La grandezza di internet e le sue capacità sono un qualcosa di infinitamente grande che nessuno avrebbe mai potuto immaginare prima. Per questo motivo internet fa paura a molti. Per questo e altri motivi internet è stato candidato al nobel per la pace nel 2010.
Domini internet
Quando parliamo di domino sappiamo benissimo che il suo significato è molto ampio e utilizzato in più campi. Il termine dominio viene infatti utilizzato in matematica, in politica, in biologia e biochimica e anche nel campo dell’informatica. Generalmente, parlando di un dominio informatico, possiamo dire che esso sia una qualsiasi entità logica accessibile dalla rete (che sia locale o remota). Purtroppo però parlare di domino in informatica non è così semplice perché esistono moltissime specificazione e ramificazioni del dominio in generale. Nella parola dominio possiamo infatti individuare il “nome a dominio”, un “dominio di broadcast”, un “dominio di primo livello” o un “dominio NT”. Qui, a seconda della specificazione, la parola dominio assume significati ben diversi tra loro e, per questo è bene prestare attenzione quando si parla di dominio nel campo dell’informatica. Per capirne qualcosa di più proviamo a spiegare le differenze e i significati di questi diversi tipi di domini.
Il “nome a dominio” è inteso comunemente come la stringa, di numeri, lettere o quant’altro, che serve ad identificare un host (un host è, genericamente, un terminale collegato ad internet) o una rete IP. Più genericamente si usa dire che il nome a dominio è il nome che identifica, in maniera unica, una persona, un sito web, un’organizzazione o un’azienda in internet. Per fare un esempio, il nome a dominio che individua in maniera univoca questo sito è “how-tooo”. Il nome, composto da lettere e parole viene utilizzato per una ragione di praticità. Per raggiungere questo sito internet è anche possibile digitare sulla barra degli indirizzi del nostro browser l’indirizzo IP del server, ovvero 70.40.219.231 (una stringa composta da quattro gruppi di numeri). Questa stringa di numeri è molto importante per il mondo informatico. I nomi a dominio vengono infatti gestiti da un servizio chiamato DNS. I DNS svolgono un lavoro simile a quello di una rubrica telefonica. I DNS memorizzano l’indirizzo IP del sito internet (es. 70.40.219.231) e lo associano ad un nome di dominio (es. how-tooo). Quando noi digitiamo nel nostro browser un indirizzo internet (ad esempio www.how-tooo.com), il server DNS (la nostra agenda telefonica) cercherà nella sua rubrica l’indirizzo IP corrispondente. Nel caso il DNS non trovasse l’indirizzo, il server inoltrerà la richiesta di ricerca ad un altro server esterno (con maggiori informazioni) fino a che non viene trovata una risposta (o fino a che non sia la certezza che quel sito internet non esiste). Nel caso di nome a dominio classico, quello composto da lettere e numeri, si può dire che esso sia costituito da 2 sezioni più importanti divise tra loro da un punto. La parte iniziale (ad esempio how-tooo) è il nome assegnato da noi all’atto della registrazione mentre, la parte dopo il punto, è una denominazione o meglio una siglia che sta ad indicare una zona geografica o a quale categoria il sito appartiene. Per fare un’esempio, .it indica la nazione Italia, .com indica la categoria commerciale, .eu per Europa, .fr per Francia e così via. E’ importante sapere che i domini non sono solo di primo livello, ma possono essere anche di terzo, quarto livello e così via.
Il “dominio di broadcast” è una sorta di legame tra reti locali grazie al quale i computer (o host), possono collegarsi tra loro senza dover passare attraverso un router
Il “dominio di primo livello” è, come detto, l’ultima parte del nome di dominio (ossia la sigla .it, .com, .org etc)
Il “dominio NT” rappresenta un gruppo di computer gestiti in modo centrale da un “controller di dominio” (che lavora in ambiente Windows).
Dove acquistare domini internet
Parlando del dominio inteso come “nome a dominio”, è bene sapere che, per poter “dare un nome” al proprio sito internet (ossia creare un indirizzo internet per quel sito) è necessario acquistare un dominio internet. In base a quanto abbiamo detto sopra, quando acquistiamo e registriamo un dominio, generalmente noi compriamo un dominio di secondo livello (a cui possiamo poi aggiungere eventuali sotto domini). Risulta essere importante sapere che quando utilizziamo il termine “acquistare” domini internet, in realtà non ci riferiamo ad un acquisto vero e proprio in quanto dei domini possiamo solo acquisirne il diritto (per un periodo di tempo determinato). Al termine di questo periodo di utilizzo, la registrazione per quel determinato nome va rinnovata, pena perdita del diritto di uso di quel determinato dominio internet.
Al giorno d’oggi esistono moltissime aziende in grado di offrire la possibilità di acquistare il diritto d’uso di domini internet a nostra scelta. Esistono moltissime offerte che concedono il diritto di utilizzo a prezzi differenti. Tuttavia, parlando di domini internet, non si può fare un discorso generale di prezzo. Per ogni esigenza c’è una soluzione diversa, che va analizzata e studiata. Un’offerta di 35 euro annuali potrebbe andare bene al titolare di un sito internet base senza grossi contenuti ma, potrebbe non essere adatta per un’azienda che ha bisogno di molto spazio, sistemi di sicurezza certi e assistenza globale garantita tutto l’anno. Per riuscire a fare un po’ di chiarezza proveremo a definire una lista (che non sarà mai completa e esaustiva vista la grande offerta presente oggi sul mercato) delle migliori aziende che offrono domini.
Cosa dice la legge
Le leggi per la gestione delle informazioni immesse nel mondo di internet sono diverse da paese a paese. Se esistono paesi dove la libertà di parola e stampa esiste, c’è ne sono altri dove non è consentito dire o pubblicare liberamente dei contenuti. Per acquistare domini internet esistono delle leggi ben precise, e diverse tra i vari paesi, che regolano il comportamento dei vari proprietari dei siti internet.
I domini con estensione .it sono assoggettati alla legislatura italiana in quanto, come detto, appartengono all’Italia. I domini con l’estensione .com vengono gestiti dalle autorità americane (essendo questi, come il dominio .org, dei domini sovranazionali). Dalla metà dell’anno 2009 l’iter per aprire un sito internet con estensione italiana (.it) è stato snellito. Prima di tale data era infatti obbligatorio registrare e pagare il domino e, dopo tale procedura, bisogna inviare al “Registro delle Autorità” un documento chiamato LAR. Questo documento era una “lettera di assunzione responsabilità” (da qui il nome LAR). Per tutti gli altri tipi di domini, la lettera di gestione responsabilità non è mai stata necessaria e, per questo, i domini non .it sono stati preferiti per molto tempo (i tempi di registrazione erano molto più veloci). In Italia, è importante sapere, che non è permesso ai minorenni la registrazione di nessun tipo di dominio. In alcuni paesi esteri, come ad esempio in America, la registrazione dei nome di dominio può avvenire anche da parte di soggetti minorenni. Inoltre sembra giusto ricordare che per poter registrare un dominio con estensione .it è necessario essere cittadini italiani.
Parlare di legge che regola i contenuti internet è abbastanza difficile. In molti stati del mondo, le regole che definiscono i contenuti presenti all’interno del web sono ben precise e definite ormai da diversi anni. Questo purtroppo non succede in Italia dove, numerose leggi e proposte di leggi continuano a susseguirsi sa diversi anni. Secondo ultime indiscrezioni, ad esempio, il Governo italiano, starebbe lavorando per preparare un decreto legge che vada a modificare la libertà di pubblicazione dei contenuti sul web. Secondo questo testo di legge infatti, tutti i siti internet che danno la possibilità di pubblicare contenuti internet (siti come YouTube, Dailymotion o altri blog o siti di informazione), dovranno essere controllati e controllata dovrà essere la pubblicazione dei video (che dovranno essere verificati prima di essere pubblicati). Questo testo di legge ha creato non poco scalpore all’interno delle varie aziende che erogano questo tipo di servizi (Google prima di tutti). Con l’entrata in vigore di questo disegno di legge infatti si andrebbe a limitare la libertà di stampa e si obbligherebbe i gestori dei vari servizi ad effettuare un controllo teoricamente molto impegnativo (realmente impossibile) su ogni singolo contenuto. La bozza di questo testo di legge prevedrebbe la reintroduzione della LAR (lettera di assunzione responsabilità) e l’obbligo, per i siti esteri di chiedere l’autorizzazione per essere pubblicati anche in Italia. Per i domini registrati con estensioni non regolate dall’unità italiana, come detto, non vale la procedura di verifica e controllo. Il limite di ciò che viene pubblicato all’interno di un sito internet è definito dalle leggi che definiscono gli usi, i comportamenti e il costume di un determinato paese.